Metodo e Contenuti

La LUCE è non solo un argomento centrale nello studio delle scienze fisiche e astrofisiche ma prima di tutto un patrimonio dell’umanità: l’utilizzo, lo studio e la produzione di questa vitale risorsa, nei secoli, ha permesso di superare i confini geografici, generazionali e culturali tra le persone, avvicinando tanti giovani alla scienza e all’innovazione. Con questa motivazione l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha proclamato il 2015 Anno Internazionale della Luce.

In quest’ottica, l’astronomia, scienza osservativa basata sull’analisi delle informazioni trasportate dalle onde elettromagnetiche provenienti da ogni parte dell’Universo, offre un’opportunità unica di sviluppare percorsi didattici che, partendo dalla comprensione di cosa sia effettivamente la luce, aiutino gli studenti a passare dal concetto di “visibile” a quello di “osservabile”.

In linea con le indicazione dell’ONU volte a valorizzare il significato scientifico e culturale della luce, l’INAF­OAC ha dunque deciso di portare “Una nuova LUCE nelle scuole della Sardegna” per raccontare e rivivere con gli studenti sardi le sfide di grandi scienziati, come Newton e Einstein, che hanno indagato i misteri della luce e delle sue applicazioni, per condurre insieme a loro un viaggio “osservativo” molto attuale che supererà i confini della “luce visibile”, esplorando il cosmo attraverso il Sardinia Radio Telescope fino ai confini dell’Universo.

Il metodo utilizzato sarà quello ludico ed esperienziale. L’idea di portare una “nuova LUCE” nelle scuole fa infatti riferimento non solo ai contenuti scientifici ma, anche e soprattutto, all’innovazione delle metodologie didattiche utilizzate. L’INAF­OAC intende infatti avvalersi dell’esperienza maturata nel progetto di didattica innovativa “Il Porto e la Stella”, cui ha preso parte nell’anno scolastico 2013­2014, per condurre un’esperienza conoscitiva che coinvolga la personalità del bambino nella sua interezza: ragione, fantasia e affettività, capacità di osservare e dubitare, porsi domande e  immaginare delle possibili risposte.

Le tecniche utilizzate saranno dunque quelle della narrazione, del gioco e dell’esperienza diretta per consentire a tutti i bambini un avvicinamento ludico ed emozionale alle discipline scientifiche.

L’efficacia delle metodologie utilizzate, dimostrata sul campo dalle esperienze pregresse del gruppo proponente, permette di estendere tale approccio alle scuole secondarie di primo grado con la finalità di coinvolgere anche gli studenti a rischio di abbandono scolastico per combattere efficacemente il fenomeno della dispersione scolastica, così drammatico nella nostra Isola.

Un particolare focus del progetto riguarda infine il monitoraggio dell’efficacia di tali metodologie didattiche nell’apprendimento delle scienze da parte dei bambini con diagnosi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento(DSA). I bambini con DSA nonostante normali capacità cognitive generali, possiedono infatti un insufficiente sviluppo di abilità strumentali come la lettura, la scrittura, l’elaborazione del numero ed il calcolo che possono determinare difficoltà anche nell’apprendimento delle discipline scientifiche.

L’utilizzo di tecniche che permettono l’insegnamento delle scienze senza fare ricorso a formule e grafemi, ma stimolando gli aspetti emozionali e creativi del bambino, consente di intraprendere un differente percorso cognitivo, che potrebbe facilitare l’apprendimento e l’autostima dei bambini con DSA. In quest’ottica, particolare enfasi verrà data nel progetto alla figura di Albert Einstein, uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, protagonista di importanti scoperte sulla LUCE, nonostante la dislessia.

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