Einstein, errori, illusioni

Il 26 e il 30 marzo si è svolto il 3° incontro per il progetto “Nuova Luce nelle scuole” con Alessia Zurru e Giorgia Lopez dell’Associazione Culturale Laboratorio Scienza.

Durante il laboratorio “Einstein, errori, illusioni” abbiamo raccontato ai ragazzi delle classi coinvolte nel progetto la vita e le scoperte dello scienziato più celebre di tutti i tempi.

Ferdinand Schmutzer [Public domain], via Wikimedia Commons
Ferdinand Schmutzer [Public domain], via Wikimedia Commons
Attraverso immagini d’epoca abbiamo parlato della sua infanzia, trascorsa in Germania, in una semplice famiglia di origini ebraiche.  Le difficoltà nel parlare e il suo strano carattere che preoccupava i genitori nei suoi primi anni di vita. Abbiamo raccontato della sua carriera scolastica, fatta di alti e bassi ma anche di un forte senso di ribellione a qualsiasi forma di autorità. La sua crescente passione per la scienza e per il violino.
Abbiamo rivissuto gli anni dell’adolescenza: la prima bocciatura all’esame di ammissione al Politecnico di Zurigo e i primi amori. Gli anni controversi dell’università e l’incontro con Mileva che diventerà la sua prima moglie. Per arrivare finalmente alla laurea in Fisica, nel 1900, e all’assunzione all’Ufficio Brevetti di Berna come semplice impiegato.

Ed è proprio da semplice impiegato all’ufficio brevetti che Albert Einstein, nel 1905, pubblicò quattro articoli destinati a rivoluzionare la storia della scienza. Solo qualche anno prima, nel 1900 ,alla British Association for the Advancement of Science, Lord Kelvin disse «In Fisica non c’è nulla di nuovo da scoprire ormai, restano da fare solo misure più precise».
In effetti, dopo la rivoluzione scientifica di Galileo, Newton aveva descritto un universo meccanico in cui le cause producono effetti, le forze agiscono sui corpi e, in teoria tutto può essere spiegato, determinato e predetto. Ma Lord Kelvin si sbagliava.

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 LA SCOPERTA DELLA RELATIVITÀ’: il tempo è relativo

Albert Einstein con la scoperta della cosiddetta “relatività ristretta”, nel 1905, che toglieva alla scienza un asse portante della fisica newtoniania e con la relatività generale, nel 1915, che apre lo scenario di un universo a quattro dimensioni, inimmaginabile fino ad allora, rivoluziona completamente la fisica e l’intera visione del mondo.

Ci vorrà un po’ di tempo perché le teorie di Albert Einstein vengano accettate e comprese dalla comunità scientifica internazionale, ma finalmente nel 1921 arriva il premio Nobel per la fisica e con esso, un’incredibile celebrità, destinata a perdurare fino ai giorni nostri, a distanza di 60 anni esatti dalla sua morte.

errori e illusioni

Nella seconda parte del laboratorio abbiamo parlato dell’importanza degli errori, che persino nelle scoperte di Einstein sono stati fondamentali. Il racconto della vita e delle scoperte di Einstein ci dimostrano infatti che anche la genialità è ricca di imperfezioni e che l’errore è parte integrante di tutte le grandi scoperte scientifiche, così come della ricerca e di ogni processo di apprendimento.

Ed a proposito di “errori”, finalmente siamo passati alla parte sperimentale del laboratorio, giocando proprio con i nostri “errori percettivi”, ossia  con gli inganni delle nostre percezioni:  le illusioni.

Di che colore è il vestito?
Di che colore è il vestito?

L’esempio, circolato in maniera virale nel web, della foto del vestito di colore “giallo-oro” o “blu-nero” o di altre varianti colorate a seconda di chi lo osservava, dimostra che ognuno di noi vede i colori in maniera differente e che ognuno ha dunque una percezione soggettiva della realtà.

Tra le tante illusioni abbiamo anche mostrato alcuni esempi di un testo visualizzato da chi ha diversi difetti percettivi: per esempio un testo sfuocato, come potrebbe vederlo una persona miope e un testo disallineato e con l’inversione di alcune consonanti come potrebbe vederlo una persona dislessica.  Entrambi sono difetti indipendenti dalle capacità intellettive, che possono essere corretti con strumenti adeguati.

Non si poteva non ricorrere, infine,  allo stesso Albert Einstein per una simpatica illusione che gioca con il funzionamento del nostro occhio e la differente messa a fuoco che,  a seconda delle dimensioni o della nostra vicinanza all’immagine, ci regala il volto del grande scienziato o il bellissimo viso di Marilin Monroe:

marilinmarilin

[12 aprile 2015; Alessia Zurru]

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